“Intervista a Elisa Greco” di Giuseppina Salinardi

Intervista a Elisa Greco

Tra le maggiori esperte in Italia di comunicazione culturale, è stata anche Development Director del Festival dei Due Mondi, ha creato format teatrali e non solo, che la portano a dividersi fra Roma e Milano, dove realizza spettacoli tra i teatri ed i luoghi più belli e suggestivi del nostro Paese.

I format teatrali che ha creato, La storia a processo ed il Ring delle idee, sono spettacoli non convenzionali in cui Elisa ha portato ad incontrare sul palcoscenico personalità di spicco, personaggi pubblici e non, che si sono messi in gioco, confrontandosi su temi storici “caldi” e/o divisivi.

Ma com’è nata l’idea del Processo e poi del Ring delle idee?

Elisa la spiega quasi come una scelta quasi “irreversibile”. Nata in famiglia di magistrati, Elisa ha respirato il diritto da sempre, per quanto la sua passione fosse la filosofia, La professione dedicata alla comunicazione, messa insieme al diritto ed alla filosofia, hanno rappresentato il mix perfetto per allestire sul palcoscenico i processi e creare un ambiente, dove non c’è sipario e dove gli spettatori, il palcoscenico e chi sta sul palcoscenico sono la stessa cosa ed attivano dialogo continuo.

In queste situazioni il primo scoglio da affrontare è la paura di affrontare l’esperienza senza prove e senza nessun copione scritto.

Quali sono i processi che Elisa ricorda in modo particolare?

Tra le esperienze più emozionanti, Elisa ricorda la preparazione dell’incontro con tutte le parlamentari del bacino del Mediterraneo, agli inizi degli anni Duemila con le prime donne che venivano da Kabul, che si guardavano intorno ed avevano paura di parlare. E’ stato il primo incontro fra le donne palestinesi e la presidente del parlamento israeliano, con una forte valenza multi culturale ma soprattutto con il desiderio di riconoscersi per combattere per le donne ed incrementare un’idea comune.

Nel 2016 con La Storia a Processo, venne messo in scena il processo a Mitterrand e alla sua dottrina, in cui erano presenti Giuseppe Ayala (Presidente della Corte), Alberto Toscano (Pubblico Ministero), Alessandro De Nicola (Avvocato Difensore), Franco Frattini nel ruolo di François Mitterrand e come Testimone, Elisa Anzaldo. Fra i processi più difficili da condurre, sicuramente Elisa ricorda il processo a Bettino Craxi nel 2015, dove erano coinvolti sul palcoscenico, da un lato Bobo Craxi e Martelli che lo difendevano e, dall’altro il magistrato che si era inventato Mani Pulite che lo accusavano. Il verdetto è stato di condanna ma solo per 40 voti di scarti. Nel 2018 il Corriere della Sera fece un sondaggio sulla valutazione della politica craxiana, che fu negativa ed, in qualche modo, ha confermato l’esito del processo svolto anni prima.

Andando sui temi cari a #deadonnecheammiro, la sfida del cambiamento come va affrontata e che ruolo hanno le donne?

Elisa parla del cambiamento con la convinzione che adesso è il momento del cambiamento, cambiamento culturale, cambiamento personale e cambiamento economico. Molte intermediazioni sono finite, probabilmente sarà rivalutato il negozio di prossimità e continuerà il commercio on line. Quindi ci sono delle trasformazioni in atto ed è il momento in cui le donne e i giovani devono uscir fuori, devono farsi trovare pronti con la formazione su competenze nuove e con una consapevolezza nuova, allo scopo di prendere immediatamente le redini di questa nuova economia. Chi invece non riesce a fare il salto, purtroppo resta indietro. Ma questo non è un problema solamente di donne o uomini. Ci devono essere anche tutta una serie di contesti che aiutano ad essere pronti.

In questo senso, Elisa sta lanciando una serie di Ring in streaming mettendo intorno o una community di personalità di intelligenze di vari settori, con lo scopo di capire quali sono le sfide de cambiamento. Da questo confronto, si cominciano a delineare alcuni temi chiave per il futuro quali gli asili nido, la sanità di prossimità, il welfare sociale, le infrastrutture sociali o banalmente le autostrade sociali, cioè tutte quelle strutture che alleggeriscono la donne, che danno la possibilità della cura e del sostegno.

Questo tipo di welfare permetterebbe alle donne di liberare tempo ed energie per potersi formare.

La compresenza delle donne nella società è un valore aggiunto, va inteso come arricchimento, come un bene economico e sociale, l’apporto di una visione diversa femminile che significa portare sensibilità organizzative, concettuali differenti ma complementari.

Elisa parla di pensiero femminile che si sostanzia in alcune competenze distintive, quali la capacità di mediazione, la capacità di equilibrio, di saper scegliere le situazioni migliori ed arrivare poi alla soluzione rapidamente, al di là di quello che può essere le posizioni personali. Ancora la consapevolezza, la sensibilità e il coraggio di osare, di proporre, ma anche il coraggio di assumersi la responsabilità per progetti diversi, la capacità di guardare lontano.