“Intervista a Sila Mochi” di Andra Mocanu e Mariangela Cassano

 Intervista a Sila Mochi

Sila raccontaci di te
Sono una persona eclettica, mi piace occuparmi contemporaneamente di più cose su cui mi impegno con energia ed entusiasmo e tra i tanti impegni #InclusioneDonna è senza meno quello che mi sta più a cuore e nella testa. Un altro grande interesse, che coltivo da quando ero piccola, è legato ai numeri e alla logica, interesse che ha poi caratterizzato anche il mio percorso di studi fino alla laurea a 23 anni in Matematica. Due parole sulla mia famiglia: mio marito, che è la persona a cui tengo di più in assoluto, l’ho conosciuto sui banchi di scuola. Con lui ho condiviso 40 anni della nostra vita e insieme abbiamo due figli grandi che, spero, vivranno, da genitori, i risultati di ciò che #InclusioneDonna sta portando avanti in questi anni.

Come nasce #InclusioneDonna?
#InclusioneDonna è nata grazie ad un pranzo casuale con Carolina a maggio 2018.Ci presentò una collega comune; cominciammo a chiacchierare di quello che facevamo nell’ambito dell’associazionismo, e via via scoprimmo di avere valori in comune, e che entrambe condividevamo il dubbio sull’efficacia dell’associazionismo femminile. La singola associazione lavora infatti, e produce tanto nel proprio ambito ma alla fine il risultato finale è sempre troppo risibile se preso singolarmente. Ragionando insieme a lei generai così l’idea di “aggregare gli sforzi di tante persone verso obiettivi comuni”, idea che Carolina accolse e condivise all’istante. Volevamo dare vita a qualcosa che potesse accomunare tutto il mondo dell’associazionismo femminile intorno a pochi obiettivi, ma certi, misurabili e raggiungibili. Partimmo inizialmente grazie al passaparola, e in pochissime settimane erano tantissime le amiche, le associazioni e le community che ci chiamavano per dirci “Sì sì dobbiamo assolutamente stare insieme”.

I due macro obiettivi che fanno parte del nostro DNA sono l’aumento dell’occupazione femminile e della rappresentanza femminile nelle imprese pubbliche e private. La prima versione del programma, sottoscritto il 3 dicembre 2018, la “data di nascita” di #InclusioneDonna, è stato però frutto di mesi di negoziazione, in quanto la regola della nostra rete è che tutto venga condiviso. Ad oggi la nostra rete conta 66 organizzazioni, 39 Ambassador, e un network composto di circa 50.000 persone. Insomma, una rete ampia e democratica, in cui tutte le scelte e le decisioni sono condivise.

Qual è la mission di #InclusioneDonna?
La nostra Mission, come si può evincere anche dalle nostre pagine social, è di diventare un punto di aggregazione di tutte le Associazioni portatrici degli interessi delle donne e offrire alle Istituzioni un interlocutore rappresentativo per le decisioni in materia di politiche di genere, in particolare quelle rivolte a favorire le politiche occupazionali delle donne e l’aumento della rappresentanza di genere in qualsiasi ambito decisionale, in grado di sintetizzare le priorità e monitorare i risultati delle azioni positive messe in campo, per il superamento di modelli sociali ed economici ormai in crisi irreversibile.

Quali sono le azioni prioritarie da compiere affinché la mission di Inclusione Donna si realizzi?
Le azioni messe in campo sono state tante e molte di esse iniziano a concretizzarsi. L’8 Marzo del 2019 siamo uscite sulla stampa per la prima volta con un brevissimo articolo su “lO DONNA” del Corriere della Sera e poi da lì è stato un continuo crescendo. A ottobre del 2019 abbiamo fatto un vero e proprio evento di “kick off” con l’esterno al quale abbiamo invitato tutti i partiti politici, inclusa la allora ministra Elena Bonetti, a cui abbiamo consegnato formalmente il programma di #InclusioneDonna contenente tutte le istanze lavorate, con chiare indicazioni sulle norme e le leggi da emendare e su quali potessero essere/dovessero essere i commi da aggiornare per ciascuna di queste leggi. Questa documentazione è stata in seguito consegnata in tutte le sedi opportune delle Istituzioni, del Parlamento e dei partiti per garantire la massima diffusione delle nostre richieste.

Dopo questa azione di kick off del 2019, il secondo importante appuntamento è stato organizzato nel gennaio 2020 insieme al Centro Studi Americani. Anche in questa seconda occasione ci siamo confrontate nuovamente con la ministra, e per la prima volta, anche con la Dottoressa Linda Laura Sabbadini, Direttore Istat e Chair del Women20.

Successivamente è stato un crescendo anche in termini di comunicazione e di presenza sui media. Oggi siamo particolarmente soddisfatte perché le nostre priorità 2021 (Certificazione di genere per le imprese, Commissione bicamerale per le pari opportunità, Piattaforma di monitoraggio ex-ante ed ex post di tutte le misure più oltre che dei progetti previsti nel PNRR) sono entrate all’interno delle schede progettuali del Piano Nazionale di Resilienza e Ripresa, in fase di verifica di budget da parte del governo e dell’Europa.

Qual è il sogno che vorresti vedere realizzato per le donne in Italia e nel Mondo?
Il mio sogno è che non ci sia più bisogno di parlare di pari opportunità. Mi sembra scontato, è vero, però è così. Io mi sono purtroppo vergognata di essere incinta per due volte. Ecco non voglio assolutamente che accada ancora. Quindi il giorno in cui non si dovrà più parlare di parità sarà il giorno più bello perché #InclusioneDonna non avrà più motivo di esistere e noi donne avremo vinto.